Composizione 57 12
Multi 12.2
I tappeti Composizione 57 12 e 57 10 nascono dal desiderio di realizzare dei tappeti che riprendano le forme pure e la particolare tavolozza di Manlio Rho, di riproporre il tempore dei suoi colori che sono poi quelli della natura lombarda. Il tappeto diventa una tela su cui azzardare composizioni grafiche di forme poligonali, disposte, sovrapposte ed intrecciate in una gamma di colori unica.
Cura e Manutenzione
Un corretto trattamento e piccole attenzioni quotidiane permettono di conservare nel tempo le qualità tattili ed estetiche del tappeto. Oltre alla qualità della tecnica di lavaggio, che per il tappeto fatto a mano deve rigorosamente essere professionale, esistono infatti alcuni importanti accorgimenti consigliati. Durante la prima fase di utilizzo di un tappeto artigianale potrebbero verificarsi alcuni inconvenienti. Conoscerli e sapere come affrontarli può aiutare l’utente a prevenire eventuali danni irreversibili
Ottenuta dalla tosatura di pecore allevate ad oltre tremila metri di altitudine in ambienti incontaminati, la lana tibetana viene cernita, cardata e filata a mano secondo l’antica tradizione. Da questo procedimento si ottiene un filato forte, dalla texture morbida e luminosa, utilizzato da Amini per i tappeti annodati a mano.
Inizia a dipingere nel 1918 occupandosi anche di cartellonistica e grafica. Fra il 1933 e il ‘34 si accosta all’astrattismo e nel 1935 partecipa insieme a Radice a una mostra della galleria del Milione a Milano. Nel 1936 organizza a Como con Radice e Sartoris la mostra di Pittura Moderna Italiana. Sensibile ai nuovi fermenti artistici che gli provenivano dall’estero, seppe trarre dall’esempio da Weimar, di Dessau, e Mondrian, con cui condivise il concetto di fare arte attraverso puri rapporti di forme e di colori.