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Today’s walls, Elisa Ossino

Stiamo vivendo un periodo di trasformazione, un periodo di crescita, spinto da una forte ed improvvisa accellerazione. Mentre molte cose intorno a noi stanno cambiando, al di fuori del nostro controllo, altre cose rimangono intatte. Queste, sono le cose che fanno parte del nostro essere. Elisa Ossino, designer della collezione Teorema, ci parla della sua relazione con il tempo, con il progresso e il cambiamento.

Raccontaci qualcosa di personale sul tempo: una componente il cui valore continua a cambiare di peso e significato in questi giorni, un ingrediente indispensabile alla qualità ed artigianalità nella realizzazione di alcuni prodotti di design. Quali nuovi o riscoperti significati ha il tempo oggi per te?
Il tempo è il grande tema su cui tutti riflettono in questi giorni. Il tempo ritrovato, la consapevolezza che avevamo raggiunto ritmi troppo accelerati e questo blocco improvviso che forse era necessario e che non sarebbe mai potuto accadere senza una crisi così grave come quella che stiamo attraversando.
Facendo un passo indietro forse dovremmo indagare su come si è modificata la percezione spazio temporale con l’utilizzo di massa delle nuove potenti strumentazioni tecnologiche. A partire dal Ventesimo secolo la profondità di tempo delle tecnologie avanzate ha preso il posto della profondità di campo della prospettiva classica. Lo spazio continuo e omogeneo si è trovato a vivere con uno spazio adimensionale fatto di flussi di informazione che fa sempre meno riferimento alla dimensione fisica. L’esperienza del tempo si è moltiplicata e si è differenziata, non è stata più riconducibile a una misura unica e universale. Emergono da una parte la figura di un soggetto in continuo movimento accompagnato nei suoi spostamenti da una gamma di tecnologie celeri, dall’altra la figura di un soggetto sociale che non ha più bisogno di muoversi in quanto è circondato da una tecnologia operabile a distanza. In questo scenario complesso la nozione di tempo ciclico e lineare fondata sulla certezza del ripetersi degli eventi naturali è stata sostituita da quella di tempo intensivo, in cui tutti ci siamo trovati catapultati e sopraffatti da una velocità inarrestabile.
Personalmente ho sempre avuto uno strano rapporto con il tempo. Ho sempre avuto bisogno di fermarmi e di osservare la natura. Di alternare ritmi lavorativi frenetici con momenti in cui mi sospendevo tutto e smettevo di pensare. Entravo in uno stato di contemplazione che mi era necessario per poi avere una visione sui progetti, sulla vita, sul futuro. Ecco ora sono ferma in contemplazione. Guardo questo difficilissimo momento storico e cerco di immaginare possibili scenari futuri.
Poi c’è un importante discorso etico sul tempo, legato al design e alla durata degli oggetti, che per me  è sempre stato un punto di partenza progettuale: non amo i gadget e gli oggetti usa e getta, per me è importante che gli oggetti resistano alle mode e durino nel tempo. Credo che in questo momento storico sia più che mai urgente approfondire queste tematiche e produrre in economia circolare, con una grande attenzione ai materiali, ma non solo, anche alle relazioni tra le persone.

“La casa è l’archetipo del mio lavoro, rappresenta il rifugio, la protezione, il calore, gli affetti….L’uovo come simbolo della trasformazione interiore da materia grezza a pietra filosofale nell’Alchimia…”

 

Il momento che stiamo vivendo ha sollecitato in tutti noi molte domande e innescato una certa preoccupazione nel cercare di rispondere alle esigenze del passato con soluzioni dal futuro: il cambiamento potrebbe essere significativo adeguandoci a nuove metodologie di lavoro (pensiamo solo ad alcune fiere importanti che si svolgeranno online e alla possibilità delle sfilate di essere realizzate in realtà aumentata); quale evoluzione della tua professione vedi nel futuro? Quali sono secondo te le criticità e le nuove opportunità date da questa necessaria e improvvisa nuova sfida digitale?
Come dicevo prima, per me questo è un momento in cui osservare i cambiamenti in corso, è molto difficile avere delle risposte. Sicuramente economia e sociale saranno i temi più urgenti che dovremo affrontare, anche in termini progettuali. Dovremo poi confrontarci sempre di più con le tecnologie digitali e con spazi immateriali e interagire maggiormente con processi virtuali, tema che ho affrontato parecchi anni fa con la mia tesi di laurea che approfondiva la smaterializzazione degli spazi e l’interazione in ambienti virtuali. Si prospetta una dimensione dell’esperienza sempre più connotata da percezioni filtrate dai media.

Come vivi la casa in questi giorni? Come hai riconvertito alcune zone in spazi temporanei di lavoro?
Semplicemente portando il mio computer a casa su un piccolo tavolo davanti alla finestra così posso osservare il tiglio in giardino. Sta arrivando la primavera e i primi germogli diventano foglie. E’ impressionante la velocità con cui crescono.

Parlaci dei tre oggetti che hai scelto, del significato che hanno per te in relazione a questo momento storico e del perché sono importanti per la tua ricerca come architetto e designer.
Ho scelto la casa, l’uovo e lo specchio.
– La casa è l’archetipo del mio lavoro, rappresenta il rifugio, la protezione, il calore, gli affetti. La casetta in argilla è stata costruita da mio figlio anni fa ed è stata per me di grande ispirazione fino al punto di farmi creare, con alcuni amici e con mia sorella, Nume, un progetto di design per bambini.
Da Nume sono nate diverse sperimentazioni e il progetto di due casette pieghevoli in cartone bianco che potevano essere personalizzate dai bambini. Poi abbiamo realizzato diverse mostre attorno al tema della casa. La prima è stata “Vorrei il tetto blu con le stelline d’oro”, una mostra presentata nel cortile di Rossana Orlandi, con le esposizione di un gruppo di casette i cui interni erano stati realizzati da un gruppo di bambini durante un laboratorio che avevo curato. Poi “Create your space” presentata con Tanja Solci alla rotonda della Besana durante il Salone del mobile di Milano del 2007 e poi prorogata per mesi perché i bambini che frequentavano il parco quotidianamente avevano ormai occupato le casette del piccolo villaggio e ci tenevano dentro anche i loro giochi.
– L’uovo per la sua forma perfetta senza inizio e senza fine e per il suo significato simbolico in tutte le culture. Associato al femminile nei culti della Grande Madre, origine della vita e del cosmo nella tradizione Ermetica, simbolo della trasformazione interiore da materia grezza a pietra filosofale nell’Alchimia, germe d’oro nella dottrina Induista, simbolo della Resurrezione e della nascita a nuova vita nella cultura Cristiana…
– Lo specchio, oggetto magico che ci restituisce immagini riflesse, legato al tema del doppio, alla divinazione, alla vanitas, in grado di amplificare la luce, lo spazio e di creare illusioni ottiche. A casa ho tanti specchi antichi e nuovi, è un oggetto che mi affascina da sempre.

Regalaci tre parole e tre significati che trovi attuali oggi.
Silenzio. La città è avvolta nel silenzio in questi giorni, l’ho ricercato tante volte, adesso è quasi assordante, ma ci aiuta a pensare e spesso è più utile di troppe inutili voci.
Pace. E’ una parola importante per me, l’ho sognata tante volte, l’ho scritta in messaggi subliminali dentro le immagini, la vorrei tanto per il mondo intero.
Gioco. Non c’è niente di più bello per i bambini e per gli adulti. Il gioco ci aiuta ad elaborare la vita vera, a mettere da parte i pensieri negativi, a sorridere. In questo momento ne abbiamo molto bisogno.

Guarda il video completo sul profilo Instagram Amini.

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